Mendrisio non è messa male…ma attenzione!
Sogno una città “smart & slow” a misura di ciascuno: nei costi (appartamenti), nella qualità di vita (qualità degli alloggi, sostenibilità energetica, prossimità negozi e servizi, valorizzazione centro pedonale), circondati da un “anello” di verde che inizia dal comparto Valera, si estende fino a Capolago con “ramificazioni” di verde in città; ci sono “punti di appoggio” quali il Parco Casvegno, il Parco Argentina, gli spazi attorno ai Cappuccini, alla casa anziani, da collegare fra loro aggiungendo verso il piano e il lago altre oasi di verde e di svago nella natura.
Sviluppare una città-parco con una rete di sentieri “lenti” con semplici (non costosi né sofisticati) spazi ricreativi (grill, giochi per famiglie, panchine) dove ognuno può avere “natura di prossimità” … è vero che esiste già qualità verso le alture dal Generoso al Monte San Giorgio con tutto quanto di prezioso offrono…ma anche al piano occorre prevenire e operare sul verde, sulla lentezza e la diversità (a compensare altre zone, forse necessarie ma tristi e invivibili).
Approfittare dell’Accademia per una ricerca globale in collaborazione con paesaggisti…che abbia come obiettivo fermare (e/o ottimizzare!) l’edilizia invasiva e/o gli stabili esistenti; sostenere chi sostiene il verde e la diversità, x esempio con tetti verdi (proibire i tetti cemento o ghiaione è utopia??) …
Ottimizzare e non espandere, è il trend. Compensare e valorizzare. Città del verde, smart&slow.
Anche nella cultura, per chiudere il cerchio, promuovere qualità e originalità, più che quantità.